Upgrade MTB, quanto conviene?
Ipotizziamo che il nostro rivenditore di fiducia offra mountain bike a prezzi intriganti, magari della stagione precedente, e che il desiderio di possedere un mezzo valido tecnicamente si scontri con le esigenze della quotidianità che impongono budget risicati, esiste la possibilità di sposare queste situazioni che bisticciano tra loro? Assolutamente si, e trovo che il farlo sia un ottimo passatempo, a patto di essere consapevoli di ciò che si fa.
Innanzitutto sottolineo che un upgrade tanto massiccio quale quello al quale ho sottoposto la KHS Bajada, una full suspension 29er con 100 mm di escursione all’anteriore e al posteriore, non ha senso, economicamente parlando, se non si parte dal mezzo nuovo che permette di vendere i componenti nuovi realizzando quindi cifre significative da reinvestire nel nuovo allestimento. Ho usato tre volte consecutivamente l’aggettivo “nuovo” perchè questo è il segreto che consente di realizzare la bici desiderata con un budget talmente ridotto da rendere non conveniente nemmeno l’acquisto del modello immediatamente meglio assemblato all’interno della medesima gamma. KHS Bajada ha tutte le carte in regola per essere un’ottima trailbike (tanto è vero che lo storico marchio californiano la proporrà nel 2016 con 120mm di scursione ant/post): ha geometrie che la rendono efficace in salita, docile e reattiva nel tecnico, sicura in discesa. Il telaio è in lega d’alluminio, lo schema ammortizzante al posteriore è un classico Horst-Link per il quale KHS riconosce le royalties a Specialized proprietaria del brevetto (FSR), la sede del cannotto forcella è conica mentre i forcellini ospitano un mozzo standard da 135. Parliamo ora di denaro. KHS Bajada nell’allestimento originale viene proposta dal distributore Irontrust a un prezzo consigliato al pubblico di 1599 euro (ora, inizio 2016, è in offerta a 1279 euro…) mentre il modello immediatamente successivo, KHS Flagstaff, costa 2100 euro e nonostante una differenza di quasi 500 euro l’assemblaggio è un mix di componenti (trasmissione 3×10, Shimano Deore, SLX e XT, freni a disco Avid Elixr 1, forcella RoxkShox Reba RL) comunque distanti dai miei desideri…
Entrando nel dettaglio dell’upgrade, dell’assemblaggio originale ho conservato soltanto la serie sterzo FSA conica, il movimento centrale Shimano BB92, i copertoni Tioga Psyco Genius 29X2.25, l’ammortizzatore RockShox Monarch RL e, ovviamente, il telaio. Non prendo in considerazione cannotto sella, attacco manubrio e manubrio che per ragioni estetiche e funzionali avrei sostituito a prescindere. Tutto il resto dei componenti è stato venduto ad altri appassionati grazie a social e mercatini web. Complessivamente ho realizzato 450 euro mentre ne ho spesi 710 per i nuovi componenti: la forcella Manitou Tower Pro, la trasmissione Shimano SLX 2015 2×10 velocità, i freni idraulici Shimano SLX con rotori da 180 e 160mm e una coppia di ruote scorrevoli e leggere (1670 grammi) che ho assemblato partendo da cerchi DT Swiss X392 e una coppia di mozzi Novatec D711SB/D712SB. Il saldo tra vendite e acquisti è ovviamente negativo (270 euro) e fa lievitare il costo finale di KHS Bajada 1870 euro .
Alla fine di una divertente caccia al tesoro (i componenti cercati sul web) ho la risposta alla domanda iniziale: si, ne vale assolutamente la pena! Innanzittutto ho aggiornato un modello 2014 con componenti 2015 che ne aumentano il valore commerciale. Nonostante la spesa extra la mia KHS Bajada è assemblata decisamente meglio rispetto al modello superiore Flagstaff ma costa 230 euro in meno. Tecnicamente ora monta freni e trasmissione Shimano SLX 2015 che sono in assoluto quanto di meglio sul mercato per rapporto qualità/prezzo. E vogliamo parlare dei pesi? In origine KHS Bajada pesava 13.6 kg, ora invece con ruote tubeless è scesa a poche decine di grammi sopra i 12kg e sono proprio queste ad avere beneficiato dell’upgrade più importante: le ruote di primo montaggio pesavano poco meno di 2100 grammi, le nuove invece hanno fatto fermare l’ago della bilancia a 1680. Infine due parole sulla forcella: l’originale RST First 29 Air coi suoi 1800grammi è senz’altro la miglior forcella entry-level ad aria sul mercato ma la Manitou Tower Pro (marchio e modello ingiustamente sottovalutati) che ho trovato in Germania per una quarantina di euro di differenza è di un’altra categoria per peso (1700 grammi scarsi) ma soprattutto possibilità di customizzazione e regolazioni.
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