Pedali Notturni
Pedalare di notte è un’esperienza entusiasmante che conferisce un nuovo fascino agli abituali tracciati ma occorre essere adeguatamente attrezzati per divertirsi, salvaguardando la propria incolumità, ma questo può costare tanto, proprio tanto, anche centinaia e centinaia di euro, cifre che reputo immorali. In fin dei conti rimangono sistemi di illuminazione per andare in bicicletta, non punti luce per arredo di design…Ancora una volta ci viene in aiuto il web che permette di reperire attrezzature all’altezza dell’uso, a prezzi decenti e coerenti.
Ovviamente mi riferisco a sistemi made in China, acquistabili anche in Inghilterra a qualche euro in più ma con tempi di spedizione decisamente più brevi. Per la modica cifra di 26 sterline comprensive delle spese di spedizione (circa 31 euro al cambio) ho acquistato una lampada con batteria ricaricabile SolarStorm X2 da 4000 lumen nominali. A quasi una settimana dall’acquisto suonano alla porta, scendo, firmo e il postino mi consegna un pacchettino in cartone. Lo apro con curiosità e trovo: 1 faretto con 2 led racchiusi in un box di alluminio pressofuso anodizzato di un bel colore rosso, tropicalizzato con guarnizioni o-ring che gli dovrebbero garantire resistenza all’umidità e alla pioggia; un pacco batteria agli ioni di litio (Li-Ion) da 8.4 volt e 6400mA impermeabilizzato e contenuto in una sacchettina in cordura da fissare al manubrio o a un tubo del telaio; un trasformatore 100-240 volt con connettore-spina europeo; 4 o-ring in silicone per fissare la luce al manubrio; una luce posteriore a led che richiede due batterie AAA (non incluse). L’aspetto del kit è gradevole, lo scafo in alluminio della lampada presenta scanalature e alette che hanno lo scopo di dissipare il calore. Sul retro il pulsante di accensione e tre led. Un clik e la lampada lavora al 33% del suo potenziale, 2 click e si sale al 66%, 3 clik e si attiva la piena potenza, 4 clik per spegnerla. Il costruttore avverte che fino all’80% della carica residua sono 3 i led accesi, dall’80% al 40% diventano due mentre quando rimane acceso un solo led si hanno circa 30 minuti di alimentazione. La connessione tra il cavo della lampada e quello della batteria è assicurata da un jack protetto da un cappuccio che si avvita sulla femmina dell’altro cavo. Non è prevista alcun o-ring per impedire all’umidità di penetrare all’interno della conessione, ma c’è spazio per inserirla e con 50 cent di euro se ne comprano a sufficenza per la vita teorica della lampada (100.000 ore).
Le prime uscite notturne sono servite per verificare le meraviglie promesse dal produttore cinese: i 4000 lumen sono reali? qual è l’autonomia del pacco batterie? la SolarStorm X2 vale i 30 euro spesi? Non avendo strumenti di misurazione del flusso luminoso nè la voglia di mettermi a calcolare angolo del raggio luminoso, superficie illuminata e distanza raggiunta posso solo affermare che la quantità della luce prodotta è veramente tanta, per un sistema che fa fermare la bilancia sul peso di 280 grammi (faretto e batteria con custodia). Nel buio totale la SolarStorm X2 produce veramente una tempesta di luce (solare) come promette il suo nome, una luce bianca, fredda, tagliente che investe il terreno con violenza. Ne ho verificato la quantità e la qualità andando in un campo da calcio che non ha dimensioni regolamentari, da porta a porta misura 80 metri e ho appoggiato la mtb a un palo della porta. Oscurità totale, un’ora circa dopo il tramonto. La sequenza delle foto è eloquente. Dalla minima, alla media arrivando alla massima potenza è evidente come cambia la quantità della luca prodotta dal faretto cinese. Se al minimo l’area illuminata è modesta, a 2/3 della potenza arriva a lambire la porta nella parte opposta del campo. A piena potenza il campo viene investito da una pioggia di luce, che va ben oltre gli 80 metri della porta. E parliamo di una luce diffusa, d’ambiente, non del fascio luminoso prodotto da un faretto spot! Nonostante abbia tenuto acceso il faretto per una ventina di minuti soltanto variandone la potenza, la temperatura che sviluppa è sensibile tuttavia l’andatura e le alette dissipatrici la abbasseranno sensibilmente durante la marcia.
Il fascio luminoso ha un’apertura di circa 90°, la luce è diffusa in maniera uniforme sul terreno ma il faretto non ha dispositivi che permettano di agire sull’ampiezza del fascio luminoso. Se differenza esiste con altri modelli del costo di 10 o 20 volte superiore, va ricercata sicuramente nella qualità del fascio luminoso. Essendo in uno spazio aperto le foto non rendono l’idea della quantità di luce che, data la mancanza di elementi ottici, viene sparata in tutte le direzioni dello spazio. Tanto per capirci, se ci trovassimo a percorre un tunnel nella vegetazione il suo tetto, per quanto alto, sarebbe illuminato come il terreno. Se la SolarStorm X2 fosse dotata di un vetro ottico opportunamente disegnato sfrutterebbe la notevole potenza del suo fascio luminoso in maniera più razionale, guadagnandone in profondità, uniformità e autonomia (delle batterie). Nella sequenza fotografica di seguito si apprezza come, al variare della potenza, migliori la copertura luminosa sul terreno.
Ma la risposta che più interessa il biker è quella relativa all’autonomia. Premesso che il meteo non mi ha ancora consentito di fare un test definitivo, ho raggiunto le prime certezze dopo alcuni cicli di carica/scarica e poco meno di una decina di uscite tra l’ora e mezzo e le due ore. La SolarStorm X2 va usata a 1/3 della sua potenza solo per strada e/o durante i trasferimenti. Infatti il fascio che produce serve giusto per illuminare un percorso regolare e rendere visibile il ciclista nell’oscurità. Tra 2/3 e la piena potenza c’è una tale differenza nel consumo di energia, e conseguentemente nell’autonomia, che ritengo superfluo impiegarla al massimo. Anzi, se ci si trova a percorrere tratti al coperto l’eccesso di luce diventa perfino fastidioso. Orologio alla mano ho avuto autonomie nell’ordine delle 5/6 ore complessive alternando l’uso della bassa potenza e della media su percorsi misti (con trasferimenti su asfalto) tra i 30 e i 40 km, mentre ho notato che quando il faretto segnala, con l’accensione di un solo led, di essere attorno al 30% di carica residua, in realtà rimangono circa una quindicina di minuti di autonomia a media potenza. Usandola a 3/3, cosa che non ho mai fatto con continuità, dubito si arrivi alle 2 ore di utilizzo. Alle fine quale giudizio sulla SolarStorm X2? Promossa a pieni voti! Dato il costo ridicolo (se paragonata ad altri faretti per ciclisti) le si concede qualche pecca costruttiva ma vale molto, molto di più, dei 30 euro abbondanti che è costata. E’ un oggetto gradevole, pratico e leggero che all’occorrenza potrà essere migliorato, quando verrà il momento di sostituire le batterie Li-Ion che compongono il pacco di alimentazione, con altre di maggior amperaggio per aumentarne l’autonomia. Una considerazione finale sul suo uso. La SolarStorm X2 va fissata al manubrio ma mi sono reso conto che pedalare di notte in mountain bike rende insidiosi percorsi che di giorno si affronterebbero a occhi chiusi. Indubbiamente pedalare di notte ha un grande fascino ma occorre prestare attenzioni che crescono proporzionalmente col crescere delle difficoltà del percorso. Se i tracciati non sono particolarmente tecnici il faretto fissato al manubrio garantisce sufficiente sicurezza e, da questo punto di vista, la SolarStorm X2 è una garanzia con la sua grande potenza. Però il faretto sul manubrio punta sempre nella direzione in cui il manubrio è rivolto e, quando il percorso diventa più tecnico, è meglio avere un secondo punto luminoso sul casco per esplorare le linee al di fuori del cono luminoso frontale. Inoltre, nel caso di lunghe uscite, avere due luci anzichè una evita di rientrare al buio dopo aver esaurito la batteria. Ma questo sarà l’argomento di un altro post, un secondo pacchetto è in arrivo dall’Inghilterra…
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