50th birthday, part 5
Singlespeed (o single speed che dir si voglia) è quella bicicletta che non ha cambio, non ha corone, non ha pacco pignoni ma una sola (single) soluzione di trasmissione formata dalla coppia corona/pignone (speed) più appropriata per il percorso che si intende affrontare.
Meccanicamente parlando esistono telai che presentano soluzioni diverse per consentire il corretto tensionamento della catena, oppure ruote con mozzi specifici per avere maggiore robustezza e rigidità alla torsione e alla trazione. Io ho optato per le soluzioni più semplici, forse non quelle ottimali, ma per me l’attestimento di una mountain bike singlespeed rappresentava un esperimento e, partendo dalla consapevolezza dell’eventualità di un fallimento, mi sono riservato soluzioni alternative per il recupero dei componenti o per un loro diverso impiego. La scelta della guarnitura ne è un esempio, già ce l’avevo e mi sembrava perfetta: Shimano Zee 36 denti per uso all mountain/enduro, che differerisce dal modello gravity solo nel movimento centrale. E’ monocorona, abbastanza leggera e più economica di una guarnitura singlespeed, sicuramente più robusta anche se va usata con catene da 9/10 velocità (3/32″ o 5/64″ ) quando la teoria e lalogica vorrebbero catene, corone e pignone specifici (1/8″) per meglio sopportare la trazione esercitata dal ciclista sui pedali…ma cercherò di essere gentile e all’occorrenza metterò il piede a terra per evitare danni alla trasmissione…infine la dentatura della corona originale (36), non adatta alle salite ma quando verrà il momento la sostituirò con la più classica a 32 denti. Per ora è perfetta per i sentieri golenali e i pendii più dolci delle colline attorno a casa.
Ho optato per un telaio tradizionale (quindi riconvertibile), con la scatola del movimento centrale standard. Esistono soluzioni specifiche proposte da altri costruttori, con scatola con eccentrico per consentire un tensionamento ottimale della catena senza essere costretti ad aggiungere o togliere maglie, peraltro operazione semplificata dall’uso dei link di connessione. Non entro nel merito della disputa “eccentrico si-eccentrico no” non avendolo mai visto, assemblato e usato, ma preferisco la semplicità della scatola BSA 68/73mm, a costo di brigare un po’ di più quando di tratterà di tensionare la catena per la quale, comunque, diventano fondamentali e molto pratici due tensionatori da bmx da montare sui forcellini orizzontali per ricollocare la ruota alla medesima distanza, dopo ogni rimozione. Mi sono concesso una chicca montando un movimento centrale di Aerozine dotato di cuscinetti con sfere ceramiche, al posto dello Shimano a corredo, e ora le pedivelle, libere dalla resistenza della catena, ruotano leggere e veloci che è una meraviglia!
Infine la questione della ruota posteriore. Anche in questo caso ho scelto per la soluzione più pratica (il mozzo DMR Revolver già lo avevo), funzionale (potrò riciclare i componenti) anche se non l’ottimale per una singlespeed. Ho usato un mozzo 135×10 con ruota libera 9 velocità anzichè un mozzo specifico che ha maggiore distanza tra le flange di fissaggio dei raggi e uno spazio ridotto per mettere in sede il pignone. Questa soluzione consente maggiore equilibrio tra la raggiatura di destra e quella di sinistra, assicura robustezza e rigidità a una ruota che viene sottoposta a una trazione maggiore, concentrata su un unico punto rappresentato dal singolo pignone. Infatti per evitare di macinare il corpo ruota libera del mozzo (alluminio) ho scelto pignoni (acciaio) da 16,18 e 20 denti che hanno la base larga (7mm) per distribuire la trazione su una superficie più ampia. Anche i pignoni sono pensati la tramissione a 9 velocità, quindi compatibili con catena (SRAM Pc971) e guarnitura. L’adozione di spessori in alluminio (rigorosamente arancioni) mi ha permesso di completare l’assemblaggio della ruota libera in versione single speed.
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